MANGA, il caos ordinato nel disegno., tradizione, scuola, cucina, mitologia: tutto serve per fare un manga.

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rabyt
view post Posted on 28/10/2011, 01:47     +1   -1




Il manga: tutto ciò che i mangaka inseriscono nelle loro creazioni è parte della cultura giapponese,la vicenda prende forma dalla fantasia di una persona che ricama la storia di personaggi di fantasia in un intreccio di vita di tutti i giorni e radici di una tradizione mai spenta....e in un attimo siamo catapultati lontano in un mondo avvincente e sperduto nei sogni che qualcuno ci vuole raccontare.

STORIA

Il termine manga significa letteralmente "immagini casuali" o "immagini senza nesso logico". Fu inizialmente usato alla fine del XVIII secolo in alcune pubblicazioni, come il libro d'illustrazioni "Shiji no yukikai" di Santo Kyoden, e il "Manga hyakujo" di Aikawa Minwa, entrambi del 1798. In seguito fu anche usato dal famoso artista giapponese Hokusai nell'Hokusai manga del 1814.Rakuten Kitazawa fu, invece, il primo disegnatore ad utilizzare la parola manga nel suo attuale significato di fumetto.

in italia..
I manga in Italia Il fenomeno manga comincia ad affermarsi maggiormente agli inizi degli anni novanta, grazie a case editrici come la Granata Press-con la pubblicazione di riviste come Mangazine e Zero- e, successivamente, Star Comics, facendo così diffondere fra gli appassionati più consapevolezza di ciò che era l'animazione nipponica.

GENERI

I generi dei manga sono tantissimi. La contaminazione tra gli stili è uno dei punti di forza del panorama fumettistico e dell’animazione giapponese; senza di essa i mangaka finirebbero per riproporre sempre gli stessi cliché stilistici
Ciò che alla fine assegna lo status di manga ad un’opera fumettistica è la presenza del folklore, della società, delle tradizioni, delle religioni nipponiche. In altre parole la cultura giapponese è il sostrato necessario alla realizzazione di un manga di qualunque genere.

MITOLOGIA

la mitologia è l’elemento culturale più fortemente presente nei manga e negli anime. Leggende popolari quali quelle di Urashima Taro o di Goku, sono diventate famosissime in Italia grazie ai manga.
Rumiko Takahashi, più volte ha preso spunto da queste leggende nelle sue opere, tanto che uno dei suoi personaggi principali, Lamù, è un Oni. In altre sue opere quali ad esempio Ramna ½, fanno capolino le sette divinità della fortuna (le divinità principali dello Shinto), oppure in Inuyasha, il personaggio Shippo è chiaramente ispirato allo spirito dei boschi Kitsune.

In alcuni manga sono presenti le divinità indiane arrivate in Giappone attraverso i monaci buddisti e che furono infine rielaborate in seguito dallo Shinto. In RG Veda(che sono i testi sacri dell'induismo), opera fantasy delle Clamp, Shiva, Dio della distruzione indiano, diventa Shura la cui traduzione è divinità devastatrice.

Conoscere almeno le basi del buddismo e dello shinto diviene quasi un obbligo per un lettore di manga o uno spettatore di un anime.
In Uruseiyatsura(lamù) i riti buddisti e shintoisti vengono messi continuamente a confronto (seppure in versione comica) e spesso alcune sequenze danno per scontata la conoscenza di questi, generando di solito confusione nei lettori occidentali. Emblematica in Uruseiyatsura è la frequente scenetta dello scontro spirituale tra il bonzo buddista Sakurambo e la sacerdotessa shintoista Sakura, rispettivamente a colpi di Mantra e Norito.

FESTE DEL CALENDARIO

Uno degli aspetti della cultura nipponica maggiormente presenti nei manga è quello delle festività religiose e politiche del Sol Levante. In Orange Road, la golden week, il capodanno e altre festività minori vengono descritte nei minimi particolari, mentre in Maison Ikkoku vengono citate quasi tutte le feste ufficiali riportate nel calendario nipponico.

Altri manga prendono spunto dalle leggende popolari. La tradizione per esempio, attribuisce la caratteristica pigmentazione rosea dei petali dei fiori di ciliegio giapponesi, al fatto che tra le radici degli alberi ci siano dei cadaveri umani. Il famoso manga Tokyo Babylon dello studio CLAMP, utilizza proprio questa leggenda come spunto narrativo dell’opera, narrandola nei minimi particolari.

LA CASA

Molto frequenti, specie negli shojo, sono i riferimenti alla struttura della case nipponiche.

La casa giapponese moderna assomiglia molto a quella occidentale, ma ci sono alcune stanze che ancora mantengono le caratteristiche della casa tradizionale, il washitsu (la stanza con il pavimento in tatami) ed il furo (bagno).

Il furo è una stanza separata dalla toilette (dove c'è solo il water e il lavandino) con un antibagno adibito a spogliatoio. Fare il bagno è un vero e proprio rituale. Ci si lava e sciacqua fuori della vasca al fine di non intorbidirne l'acqua. Infatti entrano nel furo i vari membri della famiglia e gli ospiti hanno la precedenza per garantire loro l'acqua più pulita. In conseguenza del lavarsi fuori della vasca, l'ambiente del bagno si estende al pavimento circostante; per questo troviamo rubinetti la cui acqua scorre direttamente sul pavimento dove va a ricadere anche l'acqua con la quale ci si lava seduti su degli sgabelli appositi, usando una bacinella solitamente di legno. Attualmente i rubinetti sono corredati di una doccia flessibile, più pratica e moderna. La vasca è più profonda che in occidente, tale da permette di sedervi dentro, tanto che l'acqua arriva a ricoprire il corpo fino al collo, inoltre la temperatura è segnatamente alta (intorno ai 40 gradi centigradi). Oggi l'acqua viene immessa nella vasca da un rubinetto che può miscelare acqua fredda e calda proveniente da uno scaldabagno, ma si possono ancora trovare case con sistemi più tradizionali come la caldaia a gas che riscalda l'acqua fredda direttamente nella vasca. Dei vecchi furo con la vasca costruita in ferro e legno inoki, nonché una piccola fornace sottostante nella quale si fa ardere la legna, sono ancora in uso nel Giappone occidentale e vengono chiamati goemonburo. Il nome deriva dalla storia di Ishikawa Goemon che, alla fine del XVI secolo, venne condannato da Toyotomi Hideyoshi a morire nell'olio bollente dentro un grande calderone di ferro, simile ad una vasca del furo. Il goemonburo, è ormai diventato un oggetto di lusso per gli alti costi di produzione (è prodotto esclusivamente in modo artigianale), tuttavia esistono comunque versioni prodotte in maniera industriale in polipropilene, un materiale decisamente più economico. Altro elemento caratteristico della casa moderna giapponese è la pavimentazione.

Il tatami è un particolare pavimento tradizionale sopravvissuto agli attacchi della modernizzazione, che ha stravolto i canoni costruttivi, gli arredi e gli spazi delle abitazioni giapponesi in stile occidentale. In molte case nipponiche odierne pur di non rinunciarvi , viene allestita almeno una stanza con il pavimento in tatami, dove esso è l'elemento centrale. I tatami, di forma rettangolare con un lato doppio dell'altro, sono disposti in modo da riprodurre degli schemi prestabiliti che colpiscono per l'apparente asimmetria creando suggestivi effetti ad incastro. Oggi, il tatami è l'unità di misura delle stanze di una casa. In questo caso tatami è denominato jô, misura ugualmente usata anche per le stanze con altre pavimentazioni.

Per poter accedere sul tatami, tanto gli ospiti quanto gli abitanti della casa, debbono levarsi le scarpe e indossare delle ciabatte in una stanza apposita, che nelle case tradizionali coincide con l’ingresso.

IL CIBO e IL PASTO

Un altro aspetto rintracciabile nella maggior parte dei manga riguarda la cucina nipponica e i rituali che accompagnano il momento del pasto.

Come accennato in precedenza, una delle difficoltà maggiori degli adattatori di anime e manga in Italia durante il first impact, fu di tradurre i nomi degli ingredienti di base della cucina nipponica, nonché dei piatti tradizionali.

Nomi come dashi(brodo di pesce liofilizzato), aonori(alga essicata), umeboshi(prugne in salamoia) e altri ancora, risultavano impossibili da tradurre, per il semplice fatto che in Italia tali ingredienti non esistono, o quanto meno non vengono usati come tali per la preparazione delle pietanze.

I grattacapi degli adattatori italiani, non riguardarono solo i nomi degli ingredienti e delle pietanze, ma anche l’adattamento dei rituali del pasto. Infatti se itadakemasu o kampai potevano essere tradotti agevolmente con “buon appetito” e “cin cin”, i problemi nascevano nel momento in cui bisognava adattare le scene in cui venivano consumati dei pasti nelle ciotole.

Solitamente nelle ciotole, oltre al riso, vengono consumati anche delle zuppe in cui è cotto il ramen. Il ramen deve essere consumato bollente direttamente dal brodo e quindi risucchiato rapidamente aspirando contemporaneamente aria per raffreddarlo. Se mangiato correttamente si emette un forte rumore, così come per bere il rimanente brodo. Questo rumore, considerato sgradevole nella maggior parte delle culture occidentali, è invece gradito ai giapponesi perché significa che la pietanza è molto gustosa.

Per via della censura imposta dai responsabili della messa in onda degli anime sui grandi network, era impensabile che tali scene potessero essere proposte in dei cartoni animati considerati esclusivamente ad appannaggio dei bambini, per cui molto spesso intere sequenze venivano completamente omesse o escludendo la traccia audio specifica.

LE RELAZIONI PERSONALI


la relazione koai v.s. sempai, ossia la base dei rapporti sociali nipponici, la relazione tra giovane ed anziano. Per anziano (il sempai) non bisogna intendere una persona decisamente in avanti negli anni, ma una persona semplicemente più grande, anche di un solo anno, rispetto a quella più giovane, (il koai).

Il sempai ha il compito di guidare con la sua esperienza il koai che per questo gli deve rispetto. Tale rispetto è espresso con una maggiore accentuazione dell’inchino al momento del saluto. Questa modalità relazionale si estende in tutte le situazioni sociali, ad eccezione di quella familiare (che segue regole diverse), dal mondo della scuola a quello del lavoro o delle attività di gruppo a scopo ricreativo.

Tale impostazione delle relazioni sociali risulta evidente a chiunque capiti di dare una scorsa rapida ad un manga ambientato in Giappone. Un altro particolare che salta subito agli occhi è che i personaggi non si chiamano quasi mai tra loro utilizzando il nome proprio, ma sempre il cognome seguito da dei suffissi quali sama(Sama è un rafforzativo di san ed è usato come titolo onorifico per le persone di riguardo), san(San è traducibile come signore/signora), kun o chan(Kun e chan sono dei vezzeggiativi che si usano a secondo il grado di familiarità con l’interlocutore; kun può essere usato con tutti, chan, che tradotto suonerebbe come ”uccio”, va usato solo con chi si ha una relazione affettuosa. In genere chan è usato anche dopo il nome proprio per indicare un bambino o un preadolescente.), che indicano il grado di rispetto e familiarità dell’interlocutore.

Per fare un esempio utilizzerò il nome Godai Yosaku27, il personaggio principale di Maison Ikkoku.

Durante i colloqui di lavoro, Godai si rivolge ai suoi interlocutori utilizzando il suffisso sama dopo il cognome, in segno di rispetto.

Se Godai durante una conversazione ha il ruolo di sempai, l’interlocutore si rivolge a lui come Godai san, se invece ricopre quello di koai, l’interlocutore si rivolge a lui come Godai kun. L’interlocutore usa esclusivamente il cognome, sia che Godai abbia il ruolo di amico o di estraneo, sia che conversazione avvenga in pubblico che in privato.

Se l’interlocutore di Godai è un parente o la fidanzata e se la conversazione viene effettuata in pubblico tra estranei, l’interlocutore si rivolge a Godai come Godai san o Godai kun a secondo dell’età dell’interlocutore. Se la stessa conversazione avviene in pubblico, ma tra amici, l’interlocutore si rivolge a Godai come Godai o Godai chan a secondo del grado di parentela o di affetto dell’interlocutore.

Se la medesima situazione si ripropone in privato, l’interlocutore si rivolge a Godai come Yosaku o Yosaku chan, sempre secondo il grado di parentela o di affetto dell’interlocutore.

Durante la lettura di un manga, già dalle prime battute tra gli interlocutori e dal loro modo di salutarsi, si hanno ben chiari i rapporti che intercorrono tra essi, nonché la loro posizione sociale.

Nelle dinamiche relazionali familiari
invece, non ci sono delle regole così rigide, almeno finché queste si svolgono all’interno delle mura domestiche. L’organizzazione è simile a quella delle famiglie di tipo occidentale, anche se a differenza di queste ultime, l’educazione è demandata per larga parte agli istituti scolastici. Questo succede perché i bambini fino al compimento dei cinque anni, sono pressoché liberi di fare quello che vogliono, tanto che si può affermare che il loro unico obbligo sia quello di divertirsi. Questo avviene in virtù della consapevolezza che le conseguenze di un eccessivo permissivismo, saranno in seguito corrette dagli istituti scolastici.

LA SCUOLA

L’organizzazione scolastica è uno degli argomenti preferiti della maggior parte dei mangaka, qualunque sia il genere di manga da loro trattato. Oltre la già citata Takahashi, altri autori come Haruka Inui, con Ranmaru XXX o Tetsuya Egawa con Golden Boy e Be Free esprimono le loro idee sulla scuola nipponica. In particolare Egawa è decisamente critico su di essa, in quanto da egli ritenuta non dispensatrice di cultura ed educazione, ma di nozionismo e inculturazione.

Anche in Neon Genesis Evangelion si affronta in maniera molto diretta la complessa psicologia degli studenti giapponesi, dandone un’immagine a volte fin troppo tetra (gli studenti sono descritti come degli esseri umani dissociati ed incapaci di percepire la realtà per come essa è davvero, ma solo attraverso i canoni dell’inculturazione di Stato).

Uno degli argomenti preferiti dai mangaka sono gli esami di ammissione al livello successivo dell’istruzione.

In Giappone infatti gli esami non sono finali, ma iniziali. Questo significa che una volta ottenuto il passaggio ad un grado di istruzione superiore, questo verrà portato a compimento automaticamente. Questi sono i famigerati nyushi, che si svolgono in forma di quiz su dei modelli prestampati, che saranno poi corretti da un computer. Per accedere ad una scuola o una università di élite, bisogna che il candidato risponda correttamente almeno al 90% delle domande. Le università, essendo direttamente collegate al mondo del lavoro, sono tanto prestigiose quanto selettive nella scelta degli studenti. L’esempio lampante è l’università Todai (l’università di Tokyo) che accetta solo studenti che passano l’esame senza sbagliare una sola domanda. La Todai diventa così un punto obbligato per chiunque voglia intraprendere una carriera governativa.


Questo sistema scolastico viene definito in gergo, juken senso, ossia guerra degli esami. Il juken senso, oltre a determinare il fenomeno dei ronin(Essere considerati ronin è un disonore, e spesso molti soggetti reagiscono a questa condizione esso con forti crisi depressive e/o con comportamenti socialmente devianti, finendo per dissociarsi completamente dalla realtà che li circonda. Proprio per questa ed altre conseguenze, in Giappone si sta cercando di riformare il sistema scolastico, ma a tutt’oggi con scarsi risultati, in quanto il juken senso è in un certo senso imposto dalle grandi compagnie nipponiche, che in questo modo si assicurano dei lavoratori iperspecializzati disposti a tutto per conservare il loro posto di prestigio), spinge sempre più famiglie ad obbligare i loro bambini a frequentare, oltre alle normali lezioni (che durano all’incirca dalle dieci alle dodici ore a secondo dell’istituto), anche scuole di recupero (juku) che insegnano tecniche di memorizzazione di dati. La logica conseguenza è che tali bambini crescono fisicamente deboli, perché impossibilitati a fare sport e mentalmente dissociati, non conoscendo altro che il mondo della scuola e del doposcuola.

(tuttosommato ce la passiamo meglio noi^^)






LEGENDA

ho usato:
il rosso per indicare miti e leggende
il verde per indicare religioni
il blue per i cibi
 
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lunetta1994
view post Posted on 28/10/2011, 22:40     +1   -1




forte *W*
 
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1 replies since 28/10/2011, 01:47   11 views
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